Il complesso
annovera circa 30 elementi, si presenta in sfilata con esibizioni
di balli e di prodotti tipici del Novarese; in piazza con spettacoli di
danze originali, scenette caratteristiche locali, canti piemontesi
e rappresentazione di antichi mestieri.
La tematica dei balli propone i prodotti locali quali il "Gramulîn",
dolce galliatese a base di pasta con uvette e ricoperto di zucchero granulato,
ed il "Baragiêu", vino prodotto dai vigneti in "Baraggia"
sul rialzo del terreno alla periferia del paese sopra la vallata del Ticino;
lavori femminili quali quello della tessitrice con "a Bicòca
e i firèlu"; giochi dei ragazzi come quello della trottola
"a Pêrla" nonché momenti allegri o trovate geniali
dei popolani Galliatesi come
"Lumbrèla
di Pidü" o la strana storia del gallo di Galliate "I Gà
da Gajà" simbolo ed emblema del paese.
Nel proprio repertorio anche danze piemontesi quali la Giga e Courenta. Rappresentando nelle trasferte all'estero l'Italia
il gruppo presenta anche 2 quadriglie.
Le scenette rappresentate ripropongono quadri di vita popolare come nel
"Catarinîn", originale storia di due sposini alla loro
prima notte di matrimonio ambientata ai tempi che furono, Piänta piantà ‘nti
pra, filastrocca boscaiola e la rappresentazione di antichi mestieri ora
in estinzione come il magnano (lo stagnino), il mulita (arrotino),
il contadino che fa il filo alla ranza per tagliare l'erba, i boscaioli che intanto che tagliano la legna
intonano una filastrocca, la raccolta a mano della meliga e il carrettiere, il quale faceva schioccare
le fruste vicino alle orecchie dei cavalli per aumentare la velocità del trasporto.
(le fruste schioccano solo se si raggiunge la velocità del suono)
Il repertorio canoro comprende brani dialettali Galliatesi e canti popolari
Piemontesi.
Il repertorio completo prevede la partecipazione del pubblico in più occasioni
e può durare oltre due ore, ideale per coprire il pomeriggio o sera di una sagra o
di altra manifestazione. Con l'ausilio di strumenti dal vivo coprire con qualità
sfilate e mercatini o fiere, con esibizioni in ogi punto richiesto
o ridursi ad una simpatica entrata
di circostanza.
Gli strumenti musicali sono fisarmoniche, clarinetto, chitarra, tamburo
e frusta di legno integrati da un impianto di amplificazione microfonica
che permette al Gruppo una completa autosufficienza in ogni manifestazione,
anche la notte, potenziando l'illuminazione nell'area di esibizione con
due fari da 500 watt con relative piantane. |
I GA DA GAJÀ - Danza Coreografica - Walzer

La danza racconta la storia di un gallo, simbolo ed emblema di
Galliate. Si dice che un giorno stanco di stare sul municipio decise di
andare per il mondo alla ricerca della felicità. Durante il suo
girovagare si accorse però che il mondo era pieno di cattiverie
e di amarezze, quindi deluso ritornò al suo paese. Al suo arrivo
la gioia fu così grande che bevve tanto da diventare gallina, fece
un uovo, lo covò e ne nacque un pulcino, aimé già
sbronzo anche lui.
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A BICOCA L'È INGARBIÀ- Il ballo della tessitrice

Una delle occupazioni maggiori di un tempo era quella della filatura
del cotone. Lattrezzo usato era il firelu che si trovava
in ogni casa e non cera persona vecchia o giovane che non fosse
in grado di usarlo. La danza inizialmente molto lenta e cadenzata, rievoca
la crisi economica delle tessiture Galliatesi avvenuta ai primi anni del
secolo scorso, cresce poi gradualmente finendo in allegria proprio a significare
la ripresa del lavoro.
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LA MONFERRINA - Corrente

È una tra le più note danze italiane che trae la
sua origine intorno al 1600, nelle zone del Monferrato, da cui il nome.
Fa parte della serie di danze denominate di "corteggiamento"
nella versione originale rientra nel gruppo delle "curente"
(corrente).Questa danza per la ricchezza di salti, giravolte ed altre
figure permette ad ogni coppia di far sfoggio della propria abilità.
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A LUMBRELA DI PIDÜ - Il ballo degli ombrelli - Polka

Questa danza tratta un problema purtroppo ancora attuale, quello
degli alloggi. Si racconta che una volta, per porvi rimedio, un compagnia
di buontemponi decise di costruire un grosso ombrello da usare come propria
casa sotto il quale poter mangiare, bere e cantare in allegria dimenticando
per un attimo i problemi della vita.
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IL CANTASTORIE - Danza coreografica - Walzer

Questa è la ballata di un cantastorie che un tempo venne
a Galliate, e girovagando per le vie e le piazze rallegrò la popolazione
con i suoi canti.
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VARDA A PÊRLA MÈ CA VÀ - Il ballo della trottola - Polka

La parola pêrla non tragga in inganno,significa trottola e insieme con la lêpa
e i scazû ha costituito un sano divertimento per generazioni di Galliatesi.
Si giocava nelle piazze, nelle vie e un po dovunque, bastava
avere un frustino, un cono di legno e un po di fantasia. Tale è
stata la sua importanza che Galliate ha voluto dedicargli una canzone
e successivamente un ballo.
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MANGHÎN E MANGHINA DI GALLIATE - Walzer

È una tipica danza impiegata per presentare i ballerini al pubblico durante gli spettacoli.
La felicità e la benevolenza sono così invitanti in questo
ballo che è stato scelto come danza di augurio alla cerimonia di
apertura al Raduno Folkloristico Internazionale che si tiene a Galliate
ogni due anni, quando una coppia di ogni Gruppo Folkloristico presente
al Festival è invitata a danzare assieme al nostro Gruppo.
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LARCA D NUÈ- Walzer del vino di Galliate

Anche Galliate ha il suo vino, il Baragiêu è
di colore rosso e poco alcolico, viene estratto da uva americana che ne
esalta il suo sapore. Questo vino un tempo molto diffuso è ancor
oggi prodotto in piccole quantità, non è da tutti conosciuto,
ma da tanto calore alle feste locali. Il ritmo impreso alla danza fa rivivere
la pigiatura dell’uva com’era un tempo, nel quale si pestava
con i piedi.
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IL WALZER DEL TICINO (Walzer)

Il fiume Ticino nasce dal san Gottardo in Svizzera, forma il Lago
Maggiore e poi scende giù, lambendo Galliate, fino al fiume
Po. Molti Festival vengono organizzati lungo le sue rive. Questa danza
è dedicata al fiume Ticino che con la sua acqua fresca e chiara
bagna Galliate, che è uno dei più importanti centri turistici
fluviali italiani. |
GAJÀ E I SO BUMBÒ - Walzer del dolce Galliatese

Questa danza è dedicata al dolce caratteristico di Galliate
il Gramulîn. Questo dolce dalla forma inconfondibile,
è ricco internamente di uva passa e ricoperto da un velo di zucchero in
granelli. Oggi è prodotto quotidianamente ma un tempo veniva sfornato
esclusivamente per il giorno di San Giuseppe festa tradizionale di Galliate.
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ALLEGRO PIEMONTE - Polka coreografica

Da un antico brano Piemontese è nata una danza allegra
e spumeggiante. Il ritmo veloce permette lesecuzione di passaggi
molto coreografici ricchi di saltelli, piroette, intrecci e figure svariate.
Nella danza non cè una disposizione a coppie fisse ma ogni
ballerino cambia continuamente dama nel susseguirsi dei vari passaggi.
In questo continuo alternarsi solo un perfetto sincronismo di tutti i
partecipanti rende possibile la buona riuscita del ballo. |
LA SCOPA - Walzer

Fino agli anni 50 del secolo scorso, nei mesi estivi nel Novarese venivano
impiegate le mondine per la coltivazione del riso. Alla sera tutte si
riunivano sulle aie per ballare.
Siccome molte di esse ed i giovani locali erano timidi si escogitò
di utilizzare durante il ballo una scopa; danzando si scambiavano in continuazione
le dame ed i cavalieri in moda da conoscersi tutti. Chi alla fine rimaneva
con la scopa faceva una simpatica penitenza.
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IL BALLO DEL CERCHIO - Quadriglia

Questo ballo rappresenta la fusione in un unico cerchio del folklore
meridionale e quello settentrionale; di fatto ad una musica del sud si
fonde una delle figure pià caratteristiche dei balli del nord che è
il cerchio.
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Walzer Tirolese

Nellagosto del 1985 il Gruppo Folkloristico Manghîn e Manghina
partecipò al 1ˆ Festival mondiale di danza Folk tenutosi a Monaco
di Baviera.
Durante la sua permanenza ha avuto modo di
instaurare un piacevole rapporto di amicizia con un Gruppo Austriaco,
con il quale si è cantato, suonato e ballato ed il frutto di questo
gemellaggio è appunto questo ballo.
I passi di danza appresi sono presentati a ricordo di quella splendida giornata.
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LA QUADRIGLIA

La musica è caratteristica dellItalia meridionale,
il ballo è allegro e ricco di intrecci, giravolte e tanto calore
proprio come la sua terra di origine. La dedichiamo a tutti coloro che
per ragioni di famiglia e di lavoro vivono ora tra noi.
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LA GIGA

Si può considerare la giga, la danza irlandese più conosciuta e più antica
che s'è diffusa in tutta la Gran Bretagna con le migrazioni dall'isola d'origine.
Sino al principio del 1900, nel Novarese era praticato questo ballo che ancor oggi
si balla in alcune parti del Piemonte. Sembra che a farlo conoscere in queste terre,
siano state "Truppe mercenarie d'Inglesi" che nel maggio 1361 varcarono il Sesia e,
guidate dal crudele comandante tedesco Albert Sterz, spadroneggiarono nel Novarese
sino all'aprile 1363. Così, allorché quei mercenari, inseguiti da truppe di Novara,
abbandonarono il Piemonte per andarsene in toscana, lasciarono un'eredità di uccisioni,
atroci violenze, devastazioni immani ma anche un nuovo modo di ballare: la giga.
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LA PIEMONTESINA - Canto e scenetta

Questa canzone originaria di Torino è ormai da molti anni entrata
nella tradizione popolare Italiana come simbolo di tutto il Piemonte.
Racconta la storia di due studentelli innamorati che al termine degli studi si devono lasciare e si salutano portando sempre nel cuore
il loro amore.
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LA MARIOLÀ- Canto

Questo brano in dialetto Piemontese è la canzone di un
uomo che decide di sposarsi. Lui non ha una fidanzata, ma proprio ora
si mette a cercare la donna ideale; nel canto ci descrive le caratteristiche
che questa dovrebbe avere, ma non riuscendo a trovarla decide di rituffarsi
nelle gioie del vino. |
LA RISAIA - Canto

È una canzone tipica del Basso Novarese e del Vercellese, dove
il riso da sempre è la cultura primaria ed un tempo il lavoro più
diffuso era quello della mondina. Oggi l'attività di queste donne
è stata sostituita da macchine e mezzi moderni, ma la figura della
mondina rimane sempre viva nella mente di tutti ed è entrata a
far parte della tradizione.
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LA CRICCA - Canto

È una nota canzone delle vallate Torinesi. Protagonista
del brano è una allegra compagnia di buontemponi amanti della montagna
e del buon vino. Scopo della banda è quello di far dimenticare,
con i suoi canti, la malinconia ed i problemi della vita.
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CATARINÎN - Canto e scenetta

Tipica scenetta Galliatese è la buffa storia di due sposini
alla loro prima notte di matrimonio. Come nelle usanze di un tempo si
trovano per la prima volta da soli; il marito ansioso si precipita subito
a letto, ma la moglie pressa dallimbarazzo inventa mille scuse per
non coricarsi, fino ad arrivare al mattino seguente senza cedere alle
voglie del marito.
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I MATI DA GAJÀ - Le ragazze di Galliate - Canto e scenetta

Questa è una filastrocca tipica del nostro paese che come ogni
cittadina è divisa in vari rioni. La canzone racconta con ironia
le usanza e i difetti delle ragazze di ogni rione Galliatese.
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LO STAGNINO - Canto e scenetta

Lo stagnino, è una figura ormai scomparsa,
ma fino agli anni 50, nei giorni stabiliti del mese, arrivava con le sue
attrezzature ed urlando invitava chi aveva bisogno di riparare una pentola
o quant'altro di avvicinarsi. Egli le riparava subito ma, se il danno fosse
stato grave, le portava via per riportarle la volta successiva. Non sempre
andava tutto liscio, qualche volta capitavano degli imprevisti sentimentali. |
PIÄNTA PIANTÀ ‘NT’I PRA - Canto e scenetta

È un buon esempio di canzone iterativa in dialetto
galliatese che, nella sua tradizione, ne annovera tante altre. Questa pare
inventata da un taglialegna che racconta di una pianta che una volta faceva
bella mostra di se, in un prato e non era una qualsiasi pianta ma, notate
bene, aveva un tronco, le diramazioni, i rami, le foglie con tutte le sue
parti le une attaccate alle altre e, per finire, un nido intrecciato tra le
foglie. Qui termina il testo classico riportato nei testi ufficiali ma, si
narra, che, una volta, il racconto, affidato alla fantasia di chi lo
cantilenava, sia durato … quanto la preparazione di diversi quintali di
legna pronta da ardere. |
L'ARROTINO - Canto e scenetta

« ‘L moulita! Moulita!! ». A questo richiamo, le donne che avevano
forbici, coltelli od utensili da affilare, circondavano l'arrotino (questo
significa moulita) e pazientemente, in coda, aspettavano il proprio turno
d'essere servite, senza spingersi.
Infatti, l'abile armeggiare di lame di tutti i tipi, incuteva rispetto per
questo artigiano che, spostandosi di cortile in cortile, dopo aver gridato la propria
presenza, in silenzio affilava ogni cosa tranne le lingue che, a suo dire, erano già
abbastanza taglienti. L'attrezzatura era molto semplice. Sopra un robusto supporto
di legno poggiava la mola agganciata a ferri di particolare
fattezza che, collegati ad un pedale, quasi per magia, trasformavano il movimento
cadenzato del piede, su e giù, in moto rotatorio. Tutto qui? Certo che no! Il
moulita di suo, ci metteva tutto quel che mancava: la propria abilità!
La canzone narra di un giovane mouletin, figlio d'arte, che assieme al
padre gira il mondo, il suo piccolo mondo, e si guadagna da vivere.
Conduce una vita semplice, a contatto con gente semplice, mangia e beve semplice:
cibi genuini e buon vino. Padre e figlio, rubicondi, sono il ritratto della salute.
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I CARRETTIERI CON LE FRUSTE - scenetta

Fino a metà del secolo scorso a Galliate esistevano i carrettieri, che con i loro carri
trainati da cavalli trasportavano la tela dalla tessitura, al centro del paese,
alla stamperia od alla confezione, situate alla periferia od in altre località limitrofe.
Per far correre i cavalli usavano le fruste.
Proprio il recupero di questo mestiere, ormai scomparso con l'avvento degli automezzi,
ci ha lasciati con il ricordo del rumore dello schioccare delle fruste.
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LA RANZA - Canto e scenetta
La ranza, in Italiano "falce fienaia" è un attrezzo usato per il taglio del fieno, del grano e della
erbe in genere; quasi in disuso, oggi è sostituita da attrezzi meccanici di tutte le dimensioni:
dal piccolo rasa erba a corda alle mastodontiche mietitrebbia.
Quando si faceva tutto a forza di braccia, era un attrezzo indispensabile e molto efficace finché
teneva il filo della lama; per mantenerlo efficiente in campagna si usava la cote.
Per rifare il filo molto usurato si posava la ranza su una piccola incudine a forma di grosso chiodo,
conficcata in un ceppo o nel terreno e la si batteva con un apposito martello.
L’operazione richiedeva molta maestria e iniziava col battere la lama dal lato più largo fino
in punta. Alcuni, i più saggi, provvedevano all’affilatura nel campo da falciare; altri riaffilavano
l’attrezzo sull’aia alle prime luci, per la delizia del vicinato reso partecipe della levataccia e
del lavoro a cui si sarebbe apprestato nella giornata.
Durante lo spettacolo l’operazione di affilatura è fatta secondo la tradizione e accompagnata dal canto “La ranza”.
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LA RACCOGLITRICE - Canto e scenetta
Il granoturco o mais, in verità, è una graminacea originaria dell’America Centrale che da molto
tempo è coltivata nel Nord Italia dove gli abitanti prendono il nome dal prodotto alimentare
che ne deriva e sono detti “Polentoni”.
Il mais richiede molte lavorazioni quali abbondante concimazione, zappatura e rincalzatura; oggi
lo si coltiva impiegando in ogni fase imponenti macchinari. Un tempo, tutto era fatto a mano e,
dopo la raccolta, le pannocchie di mais ancora nel cartoccio di brattee, erano accatastate in
attesa di essere spannocchiate, legate ed appese alle ringhiere dei casolari ad asciugare.
Al mais ed alla polenta sono dedicate canzoni popolari in tutti i dialetti della Pianura Padana.
In particolare ve n’è una piemontese che narra del lavoro di raccolta e sfogliatura; il canto
continua e spiega che, terminata la fatica, si mette a cuocere la polenta e, mentre la si gira,
ci si scalda al fuoco e s’intrecciano storie d’amore tra baldi giovanotti e belle fanciulle .
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Walzer Coreografico

È un brano che il Gruppo presenta in sfilata
a coppie con varie posizioni di walzer. I suoi movimenti lenti ed eleganti
permettono la completa visione dei costumi sia maschili che femminili
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LA MONFERRINA - Corrente

È una tra le più note musiche italiane e trae la sua origine
intorno al 1600 nelle zone del Monferrato, da cui il nome. Viene dal Gruppo
proposta in sfilata e proprio la sua ricchezza di salti, giravolte ed
altre figure permette lesecuzione di un ballo molto veloce e crea
una notevole varietà di colori grazie al costante movimento dei
ballerini.
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